DELLA VALLE AVETE ROVINATOLA FIORENTINA!


Vediamo, sulla Fiorentina, di fare un ragionamento cinico, scevro da ogni possibile influenza emotiva, quali "riconoscenza”, "simpatia”, o "rancore” e "inimicizia”, ci troviamo avviluppati nella seguente domanda: che differenza c’è tra i Della Valle e qualsiasi altro proprietario? Allo stato attuale delle cose, non vi è alcuna differenza.Essendo la religione del momento quella della parità di bilancio, ovvero il concetto che si può acquistare soltanto per l’importo ricavato dalle vendite, o dall’abbassamento del monte-ingaggi, la Fiorentina potrebbe appartenere anche al Comune di Firenze, senza alcuna differenza, anzi, con un probabile risparmio sugli stipendi che sono dovuti agli attuali dirigenti.Il cambio di rotta dei Della Valle si è basato, soprattutto, sulla mancanza si introiti supplementari da una ipotetica, e mai promessa, Cittadella,a discapito di numerose dichiarazioni fatte in precedenza e sepolte, anche da un loro certo senso di permalosità riguardo al fatto di non essere graditi, fino in fondo, dalla tifoseria. Ma siamo di nuovo nel campo della emotività.Perché mai, adesso, dovrebbero essere più graditi di un qualsiasi altro presidente ? Questa è una domanda che, francamente, non ha risposta. Sono, giustamente e semplicemente, "tollerati” dai tifosi come lo sarebbe chiunque altro che avesse deciso di non sborsare più un euro.Rientrano nella sfera "emozionale” le esternazioni di Andrea della Valle che, a mo’ di pegno d’amore e con fare lamentoso, puntualizza di aver rifinanziato la Viola, quest’anno, con svariati milioni di euro. Anzitutto perché il rifinanziamento è quasi esclusivamente frutto di scelte e investimenti sbagliati della sua società, e in secondo luogo, come è stato successivamente detto, si è trattato di un prestito, di un finanziamento e non certo di una liberale regalia di un presidente magnanimo.A dirla tutta, chi vi scrive non è favorevole o sfavorevole al fatto che i Della Valle possano lasciare la Fiorentina, a meno che non esita una figura disposta ad atti finanziari che, onestamente, non si notano in questi periodi. Certo, il solito stravagante e danaroso sceicco darebbe ai tifosi molte gioie in più, e ciò farebbe pendere l’ago della bilancia. Ma, in assenza di esso, vale la pena sottolineare nuovamente, che, allo stato dei fatti, un presidente vale l’un altro. Ed avrebbero tutti, da noi, il medesimo trattamento dettato dalle loro decisioni. Indifferenza!

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