IL RITORNO DI TONI

.Sembrava arrivato per dare qualche pacca sulla spalla dei compagni e per mettere fine ad una carriera brillante, nel posto in cui aveva preso a martellate le difese avversarie. Luca Toni a Firenze, atto secondo. Sembrava, appunto, ma così non è. Nel giorno in cui è arrivato, l’unico convinto di poter lasciare il segno era proprio lui. Anzi, c’era anche Andrea Della Valle che sotto sotto sapeva che quel ‘pennellone’ qualcosa avrebbe ancora potuto dare. Ma la sua si avvicinava più ad una speranza che ad una certezza. Invece Luca si è messo a lavorare ed ha stupito tutti fin da subito, compresi i preparatori atletici viola. Tappe bruciate, grazie all’entusiasmo del gol contro il Catania e all’amore di una piazza che si è di nuovo aggrappata a lui per sognare qualcosa di importante. Oggi le gerarchie sono cambiate. All’inizio giocava Ljajic, poi si credeva che El Hamdaoui potesse soffiare il posto a tutti. Adesso gioca Toni, dal primo minuto. E questa sta diventando una piacevole abitudine. D’altra parte lo disse in sede di presentazione: “Sono venuto qui per giocare titolare”. Promessa mantenuta, su questo non ci piove. E se la fortuna lo avesse assistito a quest’ora avrebbe già messo tre gol a referto. Il gol annullato contro il Bologna ed il palo di Verona se li porta dietro come motivazioni per fare sempre meglio, per trovare il gol proprio domani contro il suo amico Klose. Perché Luca sarà ancora in campo dal primo minuto, al fianco di Jovetic. E proprio con il montenegrino deve trovare il feeling giusto, anche a costo di alzare la voce. La personalità non gli manca di certo, Stevan sembra averlo capito. Se quei due cominciano a passarsi di più il pallone, forse Montella risolve una parte dei suoi problemi offensivi.

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