DOPO 10 ANNI I DELLA VALLE NON CAPISCONO ANCORA NULLA DI CALCIO


Sempre più grigio il paesaggio viola.Toccherà ricorrere al mercato nero, oppure accontentarsi di scadenti surrogati, perché siamo solo all’inizio. L’inizio del viaggio che, il condizionale è d’obbligo, dovrebbe far nascere la nuova Fiorentina. Un percorso che, al momento, presenta le tristi caratteristiche dell’odissea….un peregrinare senza meta, incapaci di tenere la rotta, perché il timone è ingovernabile e si procede sospinti dai venti e dal mare in tempesta. C’è la crisi, siamo in recessione e son tante le cose che sono ormai un lusso…e allora meglio nemmeno nominarle, per non farsi prendere dallo sconforto. “Progetto” è una di queste… Il nostro tesoro, gelosamente custodito nelle segrete stanze, al punto che nessuno sa come è fatto, dovrebbe fungere da irresistibile calamita ed invece, i “fortunati” che han potuto occhieggiarlo, ne son rimasti totalmente immuni. Ci son stati giocatori ingrati che non ci han voluto credere: pretenziosi mercenari che ancora occupano i pensieri e le parole di tifosi ed addetti ai lavori, come se non ci fosse altro su cui disquisire. Quando un capitolo è chiuso - a torto o a ragione poco importa – merita indifferenza e distacco: inutile rimestare nel torbido, solo per non voler vedere e affrontare problemi più contingenti e, sicuramente, più pertinenti alla causa viola. Continuiamo a guardare la pagliuzza nell’occhio del vicino, ignorando la trave conficcata nel nostro. La Fiorentina vaga, annaspa e si infila in vicoli ciechi con atteggiamento da sprovveduta neofita. Le idee, a suo tempo definite “chiare”, o non lo erano veramente o erano semplicemente sbagliate. E, intanto, l’orologio scandisce inesorabile il tempo che scorre….un tempo tiranno che non fa sconti, che non accetta alibi o giustificazioni, che non si ferma ad aspettare gli incauti ritardatari. Manca un DS, manca un allenatore e, di conseguenza, una strategia per la campagna acquisti. Non sono carenze e assenze dell’ultima ora, non son fulmini a ciel sereno che hanno sparigliato le carte in tavola. Incassare un “no” fa male: il rifiuto ferisce e umilia. Detto questo e preso atto dell’umano dispiacere, occorrerebbe chiedersene il perché. Ciò che Oriali e la Fiorentina si sono detti non lo sapremo mai. Che sia per la libertà di scelta, per i collaboratori, per il budget, per l’allenatore, poco importa, quel che conta è il risultato finale: no grazie, non mi aggrada, non mi soddisfa, non posso lavorare così….. Alla fine dei salmi, che nel nostro caso non son finiti in gloria, resta il dato di fatto che non sei stato sufficientemente convincente, affascinante, credibile, spendibile e hai perso tempo. E, allora, Firenze sospira e aspetta…con sempre meno pazienza e sempre meno sangue freddo. Il calcio è di una semplicità disarmante

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