Nella sua recente intervista rilasciata al Nuovo Corriere di Firenze e che sta facendo molto scalpore, l’ex addetta stampa della Fiorentina, Silvia Berti(foto con Boijnov), lascia alcuni giudizi tranchant a due dirigenti viola: “Mencucci lo conosco dai tempi dell’Università, ci siamo sempre definiti amici, forse esagerando, soprattutto da parte mia. E’ una persona disposta a tutto, innamorata sì della Fiorentina ma soprattutto di se stesso e della notorietà. Cognigni è un uomo di qualità ma troppo rigido e nel calcio questo non dà vantaggi. Ci mette passione ma non è adatto alla presidenza perché il calcio ha delle regole proprie e non possono esservi applicate altre. Ad esempio non si possono trattare i giocatori come semplici dipendenti. La prestazione del giocatore non dipende solo dallo sforzo fisico ma consiste anche nel credere in quello che si fa e nel gruppo, dirigenti compresi. Guardi il caso Montolivo. Il calcio è sentimenti, non numeri o altro e questo ha incrinato il rapporto prima con me, poi con Prandelli. I dirigenti vivevano ai margini, non sono mai riusciti ad integrarsi nel gruppo e le gelosie personali hanno poi svolto un ruolo importante”.C’è un altro passaggio dell’intervista rilasciata dall’ex addetta stampa della Fiorentina, Silvia Berti, al Nuovo Corriere di Firenze che vogliamo sottolineare. Si parla del rapporto tra tifosi e squadra che sta toccando i minimi storici: “Perché questo avviene? Forse perché sbagliano l’approccio, di pochi sentimenti e troppi numeri…perché Firenze sa entusiasmarsi per qualsiasi giocatore. In C2 la Fiesole contava il doppio dei tifosi di ora e i giocatori si chiamavano Graffiedi, Masitto e così via. Sbagliano nel dare le cose per scontate, anche assegnando ad esempio la maglia indossata da Antognoni, Rui, Baggio e Mutu a giocatori qualunque
EX PORTAVOCE DELLA FIORENTINA:ECCO ALCUNE VERITA'
Nella sua recente intervista rilasciata al Nuovo Corriere di Firenze e che sta facendo molto scalpore, l’ex addetta stampa della Fiorentina, Silvia Berti(foto con Boijnov), lascia alcuni giudizi tranchant a due dirigenti viola: “Mencucci lo conosco dai tempi dell’Università, ci siamo sempre definiti amici, forse esagerando, soprattutto da parte mia. E’ una persona disposta a tutto, innamorata sì della Fiorentina ma soprattutto di se stesso e della notorietà. Cognigni è un uomo di qualità ma troppo rigido e nel calcio questo non dà vantaggi. Ci mette passione ma non è adatto alla presidenza perché il calcio ha delle regole proprie e non possono esservi applicate altre. Ad esempio non si possono trattare i giocatori come semplici dipendenti. La prestazione del giocatore non dipende solo dallo sforzo fisico ma consiste anche nel credere in quello che si fa e nel gruppo, dirigenti compresi. Guardi il caso Montolivo. Il calcio è sentimenti, non numeri o altro e questo ha incrinato il rapporto prima con me, poi con Prandelli. I dirigenti vivevano ai margini, non sono mai riusciti ad integrarsi nel gruppo e le gelosie personali hanno poi svolto un ruolo importante”.C’è un altro passaggio dell’intervista rilasciata dall’ex addetta stampa della Fiorentina, Silvia Berti, al Nuovo Corriere di Firenze che vogliamo sottolineare. Si parla del rapporto tra tifosi e squadra che sta toccando i minimi storici: “Perché questo avviene? Forse perché sbagliano l’approccio, di pochi sentimenti e troppi numeri…perché Firenze sa entusiasmarsi per qualsiasi giocatore. In C2 la Fiesole contava il doppio dei tifosi di ora e i giocatori si chiamavano Graffiedi, Masitto e così via. Sbagliano nel dare le cose per scontate, anche assegnando ad esempio la maglia indossata da Antognoni, Rui, Baggio e Mutu a giocatori qualunque
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